Convenzione spettacolo Il Soccombente

Un evento speciale il 25-26 febbraio

Ecco una nuova convenzione speciale per Prima Materia!

Il 25 e 26 febbraio 2023 (sabato ore 21.00, domenica ore 16.45), al Teatro Puccini di Firenze va in scena in prima regionale il nuovo spettacolo di Federico Tiezzi: Il soccombente, dall’omonimo romanzo di Thomas Bernhard, con la riduzione di Ruggero Cappuccio.

Per tutti noi soci di Prima Materia un biglietto al prezzo speciale di 10€ (comprensivo di prevendita) acquistabile esclusivamente a questo link: https://www.ticketone.it/eventseries/lombardi-tiezzi-il-soccombente-3229286/?affiliate=PI3

La vicenda si svolge a Salisburgo, quando tre promettenti pianisti decidono di seguire il corso di Vladimir Horowitz. Uno di questi giovani è Glenn Gould, virtuoso inarrivabile del pianoforte. Ed è la schiacciante superiorità di Gould a segnare la vita di Wertheimer. Annientato dalla magistrale esecuzione delle Variazioni Goldberg di Bach, fatta da Gould, il giovane soccombe alla consapevolezza che non potrà mai eguagliare il talento dell’amico.

Sandro Lombardi è il Narratore di questa vicenda umana e musicale che si articola come un vero e proprio stream of consciousness. Nello spettacolo, al suo fianco Martino D’Amico, nel ruolo dell’amico Wertheimer, e Francesca Gabucci, interprete della sorella di quest’ultimo.

 

 

 

IL SOCCOMBENTE

di Thomas Bernhard

traduzione di Renata Colorni

riduzione di Ruggero Cappuccio

 

regia di Federico Tiezzi

regista assistente Giovanni Scandella

 

con Martino D’Amico, Francesca Gabucci, Sandro Lombardi

 

scene e costumi di Gregorio Zurla

luci di Gianni Pollini

 

produzione

Compagnia Lombardi-Tiezzi / ATP Teatri di Pistoia / Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival

 

Primo capitolo di un’ideale “trilogia sulle arti” che Bernhard scrive tra il 1983 e il 1985, Il soccombente è una riflessione sul mistero della musica e della genialità. Seguirono A colpi d'ascia (1984), incentrato sull'arte drammatica, e Antichi Maestri (1985), dedicato alla pittura, andato in scena al Puccini nel 2021.

A partire dal romanzo, Ruggero Cappuccio ha compiuto un’operazione che riporta il testo nei tempi e modi della teatralità, dimensione che innerva trasversalmente tutta la narrativa dell’autore austriaco. Con questo spettacolo Tiezzi torna a lavorare su Bernhard, dopo i successi de L’apparenza inganna (premio Ubu nel 2000, poi ripreso 2015) e Antichi Maestri, ancora in tournée.

La vicenda si svolge a Salisburgo, quando tre promettenti pianisti decidono di seguire il corso di Vladimir Horowitz. Uno di questi giovani è Glenn Gould, virtuoso inarrivabile del pianoforte. Ed è la schiacciante superiorità di Gould a segnare la vita di Wertheimer. Annientato dalla magistrale esecuzione delle Variazioni Goldberg di Bach, fatta da Gould, il giovane soccombe alla consapevolezza che non potrà mai eguagliare il talento dell’amico.

«Questo romanzo-monologo, insieme severo e sferzante – scrive Federico Tiezzi –, che Ruggero Cappuccio ha sfrondato dell’onnipresente invettiva antiaustriaca per sottolineare temi più universali quali le dinamiche contorte dei rapporti familiari e d’amicizia, si arrovella sul mistero del fallimento individuale e della disumanità dell’arte; e insieme racconta lo strazio dell’impossibilità di stabilire reali rapporti affettivi con i propri simili. In scena una piramide (ispirata alla tomba canoviana di Maria Cristina d’Austria a Vienna) contiene, totem mostruoso, un pianoforte Steinway, fonte di elevazione spirituale nell’arte e di disastri rovinosi nelle vite personali».

Il racconto di Thomas Bernhard narra, attraverso le devastazioni dostoevskiane dei tre personaggi, un caso clinico di odio, disperazione e amore degno di Sigmund Freud. E una domanda semplice e spietata si fa strada: fino a che punto siamo responsabili dei nostri fallimenti e della nostra infelicità?

Scrive ancora Tiezzi: «Attorno al pianoforte totem e feticcio idolatrato, tempio per Glenn Gould e luogo di tortura per il soccombente Wertheimer, si insinua la voce insieme feroce e dolente di un Narratore, visibilmente Thomas Bernhard stesso, che espone e viviseziona il rapporto che ha legato (e vincolato) l’io narrante e l’amico Wertheimer al geniale e folle Glenn Gould».

Lo spettacolo, che vede scene e costumi firmati da Gregorio Zurla, le luci da Gianni Pollini, e Giovanni Scandella come regista assistente, rinnova la collaborazione produttiva tra Compagnia Lombardi-Tiezzi, ATP Teatri di Pistoia e Campania Teatro Festival.

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